Questa sezione Contiene quei Disturbi che secondo l’inquadramento diagnostico del DSM IV vengono normalmente diagnosticati nella prima infanzia e/o nell’adolescenza
RITARDO MENTALE
È considerato ritardo mentale un funzionamento intellettivo inferiore alla media (QI <_ 70). Tale condizione compromette anche l’adattamento sociale, la comunicazione, lo svolgimento di normali attività quotidiane, l’assunzione di responsabilità, l’indipendenza. L’esordio deve avvenire prima dei 18 anni. Il Ritardo Mentale ha quattro livelli di gravità: lieve, moderato, grave e gravissimo.
In tutti i casi è fondamentale intervenire con un progetto terapeutico individualizzato attraverso il quale sviluppare i punti di forza del soggetto, diminuirne l’isolamento sociale, implementare le capacità elementari per la soluzione di problemi quotidiani e lo svolgimento di attività semplici in diversi contesti.
DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO
I Disturbi dell’apprendimento prevedono un normale funzionamento intellettivo (QI nella norma o superiore alla media) e una difficoltà specifica nella lettura, scrittura o calcolo.
Il Disturbo della Lettura è anche detto Dislessia e consiste nella distorsione, sostituzione o omissione di una o più sillabe. Sia la lettura orale che quella a mente sono lente e con errori. La Dislessia interferisce significativamente con l’apprendimento scolastico.
Il Disturbo del Calcolo è anche detto Discalculia e può compromettere: le capacità “linguistiche” (decodificare problemi scritti in simboli matematici o comprendere e nominare i termini, le operazioni e i concetti matematici), le capacità “percettive” (raggruppare oggetti in gruppi, riconoscere o leggere numeri e segni aritmetici), le capacità “attentive” (copiare numeri o figure, rispettare i segni durante le operazioni, ricordarsi di aggiungere il riporto) e capacità “matematiche” (contare oggetti, imparare le tabelline).
Il Disturbo dell’Espressione Scritta, che comprende la Disgrafia e la Disortografia, si manifesta con difficoltà nella capacità di comporre testi scritti (presenza di errori grammaticali, di punteggiatura, calligrafia incomprensibile).
DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA’
Le caratteristiche più importanti del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività sono: disattenzione e/o iperattività-impulsività. Tali comportamenti compromettono notevolmente il normale funzionamento nelle attività scolastiche ed extrascolastiche. Questi soggetti hanno difficoltà nel portare a termine un compito e passano da un’attività all’altra senza concluderne alcuna, inoltre, vengono solitamente descritti come distratti, disordinati, disorganizzati, sbadati, agitati, irrequieti, impazienti. I sintomi si manifestano nei diversi contesti in cui il soggetto vive (casa, scuola, famiglia, ecc.) e si acuiscono quando sono necessari attenzione o sforzo mentale protratti. Nel corso degli anni l’eccessiva attività motoria diminuisce, mentre il deficit di attenzione persiste.
Esistono tre sottotipi di disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività: Tipo Combinato (sintomi di disattenzione e iperattività); Tipo con Disattenzione Predominante; Tipo con Iperattività-Impulsività Predominanti.
DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE
I sintomi di maggiore rilievo di questo disturbo sono: elevato livello d’ansia riguardo la separazione da casa o dalle persone alle quali il bambino è affezionato, paure irrazionali, incubi, rifiuto di andare a scuola, preoccupazione di perdere le persone più importanti per il bambino o pensare che possa accadere loro qualcosa di brutto, eccessiva paura a stare solo e o andare a dormire solo, lamentele di sintomi fisici come mal di testa o mal di pancia. Il bambino può manifestare sofferenza anche quando la separazione dalle persone a lui care è anticipata col pensiero.
DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO
Disturbo Autistico
Il Disturbo Autistico è caratterizzato dalla compromissione qualitativa dello sviluppo di: interazioni sociali e modalità di comunicazione. Inoltre le modalità di comportamento, gli interessi e le attività sono limitati, ripetitivi e stereotipati. L’età di esordio del disturbo è prima dei 3 anni. I soggetti con autismo mostrano dunque una gamma molto ristretta di interessi, e spesso si focalizzano eccessivamente su un sola occupazione; possono vivere con grande malessere anche un piccolo cambiamento; mostrano movimenti corporei stereotipati; hanno difficoltà a sviluppare relazioni con gli altri e ad interpretare correttamente i gesti e le norme presenti nelle interazioni; la comunicazione è compromessa e la comprensione del linguaggio “simbolico” letterale.
Disturbo di Rett
Il Disturbo di Rett ha esordio prima dei 4 anni , permane per tutta la vita e la perdita delle capacità è di solito progressiva e persistente. La caratteristica fondamentale del disturbo è lo sviluppo di deficit specifici multipli successivi ad un periodo di funzionamento normale dopo la nascita. I soggetti hanno un periodo prenatale e perinatale apparentemente normale con sviluppo psicomotorio normale nei primi 5 mesi di vita. Anche la circonferenza del cranio alla nascita è nei limiti della norma.
Successivamente, tra i 5 e i 48 mesi di età, la crescita del cranio rallenta. Vi è una perdita di capacità manuali finalistiche già acquisite in precedenza tra i 5 e i 30 mesi di età. In seguito a ciò si osservano movimenti stereotipati delle mani che somigliano al torcersi o lavarsi le mani. L’interesse per l’ambiente sociale diminuisce nei primi anni dopo l’esordio del disturbo, sebbene in alcuni casi l’interazione sociale possa svilupparsi in seguito durante il decorso. Vi sono problemi anche nella coordinazione dell’andatura o dei movimenti del tronco e una grave compromissione dello sviluppo della ricezione e dell’espressione del linguaggio, con grave ritardo psicomotorio.
Disturbo disintegrativo dell’infanzia
Si può porre diagnosi di Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia solo se i sintomi sono preceduti da un periodo di almeno 2 anni di sviluppo apparentemente normale, e se l’esordio è prima dei 10 anni di età. Nella maggior parte dei casi l’esordio è tra i 3 e i 4 anni. Per sviluppo apparentemente normale si intende una comunicazione verbale e non verbale, relazioni sociali, gioco e comportamento adattivo adeguati all’età. Dopo i primi due anni di vita il bambino va incontro ad una perdita clinicamente significativa di capacità di prestazioni acquisite in precedenza in almeno due delle seguenti aree: espressione o ricezione del linguaggio, capacità sociali o comportamento adattivo, controllo della defecazione o della minzione, gioco o capacità motorie. Solitamente le capacità vengono perdute in quasi tutte le aree. I soggetti con questo disturbo mostrano i deficit sociali e di comunicazione e le caratteristiche comportamentali tipiche del Disturbo Autistico: compromissione qualitativa dell’interazione sociale e della comunicazione e modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati.
Disturbo di Asperger
Le caratteristiche principali del Disturbo di Asperger sono una grave e perdurante compromissione dell’integrazione sociale e lo sviluppo di modalità di comportamento, interessi, e attività ristretti e ripetitivi. L’anomalia deve causare una compromissione clinicamente significativa nell’area sociale, lavorativa, o in altre aree importanti del funzionamento. Contrariamente al Disturbo Autistico non vi sono ritardi o devianze clinicamente significativi nell’acquisizione del linguaggio, sebbene aspetti più sottili della comunicazione sociale possono essere alterati. Inoltre, durante i primi 3 anni di vita non vi sono ritardi clinicamente significativi nello sviluppo cognitivo. L’alterazione dell’interazione sociale reciproca è grossolana e costante. Vi può essere una marcata compromissione nell’uso di parecchi comportamenti non verbali (per es., sguardo reciproco, espressione facciale e postura) per regolare l’interazione sociale e la comunicazione. Vi può essere incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei appropriate al livello di sviluppo. Gli individui più piccoli possono avere poco o nessuno interesse nello stabilire rapporti di amicizia. I più grandi possono essere interessati all’amicizia, ma non comprendere le convenzioni dell’interazione sociale. Vi può essere mancanza di tentativi spontanei di partecipare alla gioia, agli interessi o alle mete raggiunte con gli altri. Può essere presente anche una mancanza di reciprocità sociale o emotiva (per es., non partecipando attivamente a giochi o divertimenti sociali semplici, preferendo attività solitarie o coinvolgendo gli altri nelle attività soltanto come strumenti o supporti “meccanici”). Sebbene il deficit sociale nel Disturbo di Asperger sia grave e venga definito come nel disturbo autistico, la mancanza di reciprocità viene più clinicamente manifestata attraverso un approccio sociale agli altri eccentrico e unilaterale (per es., insistendo su un argomento di conversazione senza tener conto delle reazioni degli altri), piuttosto che attraverso l’indifferenza sociale ed emotiva.
Come nel Disturbo Autistico, sono presenti schemi di comportamento, interessi ed attività ristretti e ripetitivi. Spesso questi si manifestano primariamente con lo sviluppo di un’attenzione globale riguardo un argomento o un interesse circoscritto, sul quale l’individuo può raccogliere una grande quantità di fatti o informazioni. Questi interessi ed attività vengono perseguiti con grande intensità fino all’esclusione di altre attività.
SEDE DIDATTICA
Via GIORGIO PINNA 34
S. EUFEMIA LAMEZIA TERME
SEDE LEGALE
Via P. Mancini 11/b
87040 Castrolibero (CS)